lunedì 25 luglio 2011

serata con un editore

Ho partecipato ad una serata al chiostro di Voltorre, Andrea Giacometti di Varese Report intervistava Oliviero Ponte di Pino, direttore editoriale di Garzanti e dire che  sono rimasta delusa è poco. Io sono una piccola, minuscola scrittrice e come tale sono sempre impegnata a cercare di far conoscere il mio lavoro come fa qualsiasi persona per qualsiasi lavoro. Quindi, capire il funzionamento di una casa editrice nazionale come Garzanti e capire come un libro può essere scelto per far parte della loro programmazione è informazione importante. Ero con mia figlia Martina che, ad un certo punto mi ha chiesto di andarcene. Perchè? Presto detto. Il direttore ha parlato di vendite e incassi trattando libri e scrittori come merce. Forse è giusto così, per loro il lavoro è vendere e Ponte di Pino lo dice chiaramente: "pubblicare un libro è cosa che può fare chiunque, il vero risultato è venderlo".
Alla domanda di Andrea del motivo per cui le case editrici si concentrano da alcuni anni sulla scoperta di autori assolutamente inediti, la risposta è stata che gli scrittori esordienti costano meno. "Se un autore ha già pubblicato con successo un libro è chiaro che chiederà nel contratto più soldi di un altro". Inoltre ha parlato del suo autore di punta Andrea Vitali e gli brillavano gli occhi. "Se ho Vitali da promuovere che m'importa di promuovere qualcun altro".
Alla domanda del perchè mettano le fascette gialle intorno ai libri la risposta è stata: "Perchè così vendiamo di più". Allora io mi sono immaginata lettrice, quale sono e anche una buona lettrice con numerosi libri letti all'anno. Ho immaginato di trovarmi davanti ad un libro consigliato da un grande critico come "uno dei migliori romanzi dell'anno" e ho immaginato di comprare quel libro sulla fiducia che ripongo in quel critico. Perchè - credo - se lui dice che è buon libro posso fidarmi. E invece scopro che ogni volta vengo imbrogliata dalla fascetta "acchiappa polli".
Ponte di Pino ha detto che ogni tot anni le copertine dei loro testi classici, come quelle delle "Garzantine" vengono rifatte, attenzione, solo le copertine. "La gente li compra perchè sembrano testi nuovi".
Riguardo ai classici di cui Garzanti è editore primario, Ponte di Pino ha detto che la vendita è calata e molti titoli non vengono riproposti perchè "c'è un abbattimento culturale che parte già dai licei". Eppure - ho pensato - non sono proprio le case editrici a dirigere i ragazzi all'acquisto dei testi di Moccia o alla biografia di Totti o della signora Colombari?
Alla domanda del perchè i romanzi si trovino solo in edizione rilegata e poco, molto poco in edizione tascabile, la risposta è stata "gli italiani sono snob, preferiscono il libro con la copertina bella e non hanno la pazienza di aspettare un anno per l'edizione economica di cui noi facciamo molte meno copie che il rilegato".
Un'altra riflessione mi è nata spontanea, in tanti Stati, anche europei, non solo americani, l'uscita di un nuovo romanzo è fatta CONTEMPORANEAMENTE in edizione tascabile e "di lusso", in modo che il lettore possa scegliere quale prendere. Noi dobbiamo aspettare UN ANNO e magari l'edizione tascabile non sarà nemmeno prevista. Questo chi lo decide? I lettori o le case editrici?
Alla domanda sul fenomeno e-book, l'unica risposta che sembrava importante era "se è un brutto libro non devi far la fatica di buttarlo e non si spreca carta".
Parlando di autori Ponte di Pino non ha accennato minimamente all'arrivo di manoscritti da parte dell'autore stesso ma da parte di agenzie letterarie "Si presuppone che se il testo è arrivato ad un'agenzia sia stato già valutato e quindi per noi il lavoro è minore".
Ha parlato anche di scuole di scrittura, in particolare Andrea Giacometti ha citato  Baricco e la sua scuola Holden. "Se uno vuole spendere 5000 euro per una scuola di scrittura è libero di farlo. Così come un altro spende per giocare a golf " e ha storto un po' il naso.
Allora, da minuscola scrittrice, mi sono venute  in mente delle riflessioni:
Un agente letterario costa forse più di una scuola di scrittura e promette - promette - di valutare lo scritto e mandarlo alle case editrici e con questa promessa si fa consegnare il dovuto. Conosco persone che un agente lo hanno avuto e alla fine si sono sentite rispondere che il loro testo non interessava a nessuno, quindi bye bye, soldi presi e lavoro finito. In fondo ci avevano provato.
Partecipare ad un corso di Baricco costa sì 5000 euro ma di sicuro, quando il testo di uno degli allievi verrà "sottoposto" all'attenzione di una casa editrice, quell'accenno alla scuola servirà...eccome.
Ho capito che non esiste nessuna speranza di sottoporre testi alle case editrici e lo sapevo già, anche se Ponte di Pino non lo ha detto esplicitamente e lo sapevo proprio grazie ad una delle case editrici controllate da Gems, di cui Garzanti fa parte.
Ho inviato un anno fa un mio testo alla casa editrice TEA (la stessa del libro di Ponte di Pino I MESTIERI DEL LIBRO che naturalmente ho acquistato quella sera) e un anno esatto dopo, NELLA STESSA DATA (come se il computer fosse programmato per sputare annualmente) ho ricevuto una lettera a me indirizzata, lettera prestampata con il mio nome scritto a penna e senza nemmeno il titolo dell'opera presentata. Naturalmente la lettera diceva "Non ci interessa".
Come ultima cosa sentita (poi ce ne siamo andate), al complimento del fatto che il suo libro costa "solo" 10 euro, Ponte di Pino ha risposto che "però è un testo obbligatorio per chi si iscrive ai master di editoria", cioè, il suo libro è comprato dagli studenti che vogliono accedervi.
Che dire?
Ho fatto bene ad andarmene?

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